TOUR DELLA SICILIA 2010 – TERZA TAPPA

13 luglio 2010


Dopo la sosta libera a Marina di Campobello, ci muoviamo verso Erice, pertanto torniamo sui nostri passi riprendiamo nuovamente l’autostrada Palermo Trapani è dopo circa 1ora e mezzo siamo all’uscita di Erice, ci dirigiamo direttamente verso il parcheggio di via Capua (da dove parte la Funivia). Non è nostra intenzione salire ad Erice con il camper, un pò per via delle pendenze e per i vari tornanti un pò perché come ci ha poi confermati “CICCI” il posteggiatore abusivo di via Capua, su ad Erice non ci sono poi molti posti dove poter parcheggiare il camper specialmente quelli dalle dimensioni abbondanti, come il nostro. Così parcheggiamo in via Capua – il parcheggio sarebbe –dico sarebbe- libero però è bene lasciare un’offerta a “CICCI” o sua moglie, perché è capitato che abbiano rubate le bici a dei camperisti, così il CICCI vi tiene d’occhio il camper e voi state più tranquilli.
Il biglietto della Funivia costa A/R per una giornata 6€ adulto e 4,50€  bambino, tempo stimato di salita 15 minuti, di vero spettacolo, perché man mano che si sale di quota si gode di un panorama su Trapani davvero mozzafiato.
Arriviamo ad Erice che è ancora troppo presto, infatti prima delle 10,00 di mattina tutte le attività commerciali e le bellezze artistiche sono chiuse. Non ci rimane altro che attendere passeggiando per Erice vuota. L’origine del nome Erice, è antica. Sacra per Elimi, Fenici, Greci, Romani e Cristiani, abbandonata dagli Arabi, assunse con i Normanni, Svevi e Aragonesi che vi eressero numerose chiese, l’aspetto di Montagna del Signore. Erice è famosa oggi per il prestigioso Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” che ospita annualmente i seminari internazionali di fisica subnucleare.
Un consiglio, acquistate presso una delle tante chiese – la prima che incontrate,  entrando da Porta Trapani, è il Duomo - un biglietto unico denominato PASSE PARTOUT, che per 5 € per adulto –i bambini non pagano- vi permette l’ingresso alle 10 chiese –che sono visitabili a pagamento al prezzo di 2 € per ingresso- inoltre, con un euro vi forniscono una mini guida di Erice, così non perderete nulla di Erice e della sua bella cultura millenaria.
Sicuramente delle 19 chiese (10 con ingresso a pagamento e 9 con ingresso gratuito) presenti ad Erice, solo due meritano la visita per la loro straordinarietà della  bellezza architettonica e dei numerosi oggetti al loro interno, le altre, che comunque meritano una visitina non brillano certo di ricchezza culturale.

Io da parte mia vi segnalo di seguito ciò che più mi ha colpito.
Una volta lasciata la funivia dopo circa 100mt si transita per Porta Trapani – si chiama così perché esposta verso Trapani- andando a sx dopo una piccola salita si raggiunge la Torre di Re Federico o Torre Campanara e il Real Duomo.
La Torre, di vedetta antichissima, sembra risalire alle guerre Puniche che videro contrapposte Roma e Cartagine per il controllo del Mediterraneo, fu ricostruita alla fine del Duecento da Federico III d’Aragona che visse parecchi anni ad Erice. E’ alta 28 metri si raggiunge la sommità con una scala di 108 gradini intervallati da quattro piani -da dove si può tirar il fiato- presenta delle splendide bifore. Purtroppo qua e là si nota del cemento armato, simbolo di un restauro non ben progettato,  che a mio parere poteva essere meno invasivo senza troppo deturpare la bellezza della torre . Sia dalla sommità che dai piani intermedi si gode di un ottimo panorama.
Il Duomo, secondo la tradizione la chiesa fu costruita già ai tempi dell’imperatore Costantino nel IV secolo d.C., l’edificio che ammiriamo oggi fu fatto edificare dal Re Federico III nel 1312 con materiale proveniente dal tempio della Venere Ericina. Nel corso dei secoli è stato più volte rimaneggiato, restaurato e ammodernato. Di tipo stile gotico chiaramontano, presenta una facciata a saliente con merlature. Due elementi la caratterizzano e le conferiscono un aspetto unico e monumentale : il campanile e il portico.
L’interno crollò nel 1853. Immediatamente inizio la ricostruzione terminata in meno di dieci anni. Stupisce soprattutto per la bellezza delle decorazioni in stucco delle volte, un merletto prezioso che suscita meraviglia.
La grande cappella del 1512 che si apre a metà della navata sinistra, in stile tardo gotico, è dedicata alla Madonna Custode e Patrona detta di Custunaci. L’urna di vetro contiene le reliquie di San Benigno Martire.
Numerosissime ed di alto valore artistico, sono le opere custodite nelle navate sia di destra che di sinistra.
Oltrepassata la Cappella della Madonna si giunge all’ingresso delle sale espositive, un vero e proprio museo che raccoglie il tesoro religioso di Erice, vi si trovano opere selezionate di oreficeria, pittura, scultura, alabastro, avorio, ricami in oro, seta e corallo datate tra il XIV e il XIX secolo.
A destra dell’altare di San Giuseppe una porta immette nella sacrestia, dove è possibile amirare l’armadio monumentale, una vera opera d’arte in legno, delle maestranze siciliane del XVIII secolo
Chiesa di San Martino, fu fatta edificare da Ruggero il Normanno, E’ tradizione che in questa chiesa si portassero i re quando venivano ad Erice e che vi si radunassero i Magistrati. La facciata è molto semplice, a saliente, cui fa da contrasto la sontuosità del portale, stile barocco, con una nicchia riccamente decorata che accoglie il mezzo busto del Santo Vescovo Martino.
Di Notevole interesse è il cortile interno cinquecentesco porticato su tre lati con pilastri di pietra.
La “Congrega” è la sala delle riunioni delle congregazioni di San Martino e del Purgatorio. E’ un’elegante sala decorata con stucchi di chiara derivazione serponttiana e affrescata dai fratelli Manno.
Anche qui come per il Real Duomo, numerose sono le opera d’arti custodite, tra cui spiccano le opere lignee più importanti di tutta Erice, sono opere datate anch’esse tra il XVI e il XIX secolo, fra tutte spicca –per grandezza- l’opera di San Martino a cavallo e il povero del XVI secolo.
Erice è famosa anche per l’arte della sua pasticceria, in qualunque pasticceria vi fermerete mangerete delle ottime cassatine, cannoli siciliani, dolci di marzapane  ed altre leccornie ancora, mi sento però di consigliarvi la pasticceria “CONVENTO” dove le signore che hanno lavorato presso il convento delle clarisse, e che da quest’ultime hanno imparato l’arte della pasticceria, hanno trasferito la loro sapienza nel laboratorio artigianale. La pasticceria si trova tra l’angolo di piazza s.Domenico e Via F. Guamotti.
Terminata la visita ad Erice, decidiamo di ridiscendere al parcheggio, chiedo al CICCI se conosce un’ottima rosticceria me ne indica una a poche centinai di metri da via Capua precisamente in via Cosenza, ed effettivamente qui fano un pò di tutto soprattutto piatti da asporto, prendiamo del timballo, pollo arrosto patate al forno, del cous cous di pesce e 6 arancini, tutto davvero molto buono e ben preparato, e che dire del prezzo neanche 17€, più avanti c’è poi un forno dove acquistiamo del pane al sesamo (ricorrente qui in Sicilia) e del pane cunzatu (ottimo), ci dirigiamo verso il lungomare Dante Alighieri a Trapani (incrocio con via Circonvalazione), alla rotonda che porta in direzione di San Vito Lo Capo difronte al supermercato DESPAR (ottimo per  l’ approvigionamento delle vivande).
Dopo pranzo ci andiamo a riposare un po sul mare. Il Mare è mosso, stiamo lì un paio d’ore, poi partiamo alla volta della piani di Macari.
Giunti a Macari la delusione è tanta, era dall’inizio del viaggio che ne parlavo ai ragazzi e a mia moglie,  li preparavo dicendogli che avremmo fatto campeggio libero una volta giunti a Macari, ma appena arrivati nella piana  un adetto al parcheggio ci avvisa che (dal 1° giugno al 30 Settembre 2010) è fatto assoluto divieto di transito sosta e campeggio su tuttala piana, che si può sostare ma solo nei due parcheggi predisposti. I parcheggi sono distanti un bel pò dal mare a piedi ci vogliono più o meno di 15 minuti. C'è un trenino che fa la spola avanti e indietro per tutto il giorno e per tutta la piana per facilitare l'arrivo dei bagnanti in spiaggia. Guardo mia moglie e i miei figli rifletto e dico tra me e me che non vale la pena stare qui a respirare la polvere delle macchine che vanno e vengono ininterrottamente per tutto il giorno,oltretutto, sotto un sole cuocente, a questo punto innesto la retromarcia e scappo via da Macari, in direzione di San Vito Lo capo.
Giunti a San Vito Lo Capo, mia moglie mi chiede di poter sostare in un campeggio anzichè nelle aree di sosta perchè ha la necessità di effettuare il bucato nella lavatrice.
Così decido di andare al Camping “SOLEADO” che per un equipaggio di 4 persone + camper chiede 30 € (senza allaccio corrente elettrica). Una volta sistemati dò una rapida occhiata al campeggio, che da subito mi sembra squallido, sporco, per tutto il camping si sente un puzzo di fogna è veramente mal tenuto  e si rivelerà davvero dispendioso (per quanto riguarda la corrente elettrica si spende mino 2,50€ al giorno per tenere accesi frigo e batteria cellula in carica mi sembra un pò troppo caro), unico pregio è che è proprio davanti al mare.
Ho inoltre constato che le docce, i bagni, e i pozzetti di scarico dei WC chimici (a cielo aperto senza un tappo che ne impedisca la fuoriuscita dei miasmi), versano in uno stato pietoso il puzzo che ne viene fuori è nauseabondo, fa venire il volta stomaco ogni volta che si transita davanti ai servizi.
Decidiamo mio malgrado, di rimanere qui, anche perché è già venerdì pomeriggio e le aree di sosta, si vanno via via riempendo di camperisti siciliani che amano frequentare San Vito Lo Capo durante il Week End. Raccomando vivamente a tutti i membri del nostro equipaggio di non servirsi dei servizi igienici del campeggio e di utilizzare esclusivamente quelli del camper.
Il bello del camper è proprio questo, che laddove i servizi igienici non sono all’altezza di una confacente pulizia, uno può sempre utilizzare i suoi.
I Ragazzi vogliono andare al mare, così diamo una rapida sistemata al camper, prendiamo l’attrezzatura da spiaggia e ci dirigiamo in spiaggia. Varchiamo il cancello del campeggio attraversiamo la strada e siamo in spiaggia, quello che ci si para davanti è uno scenario caraibico, spiaggia bianca e fine, mare che degrada dolcemente dal trasparente al blu attraverso una gamma di colori che va dal verde smeraldo al turchese per poi terminare nel blu intenso. guardo mia moglie e gli sussurro, “certo il campeggio fa schifo, ma guarda che mare!” , lei annuisce fa le “spallucce” e di rimando mi dice “chi se ne frega del campeggio, io di qui non mi sposto più, qua voglio starci almeno 10 giorni”, sorrido compiaciuto, ci stendiamo al sole ed aspettiamo il tramonto, mentre i ragazzi si diverto giocando in acqua.